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Il costume tipico di Civita

Il costume tradizionale rappresenta per gli italo-albanesi il simbolo materiale di una profonda coscienza etnica collettiva, uno dei legami più forti con il proprio passato storico.
Realizzato in ricchi tessuti di raso e sete naturali dai colori vivacissimi ricamati e laminati in oro, guarniti di galloni e merletti, è considerato tra i più belli delle raccolte internazionali, principalmente per la varietà, per le reminiscenze orientaleggianti e l’austero fasto bizantino.
Gli antichi costumi assumono valore di memorie storiche e rispecchiano il carattere della gente e la loro organizzazione sociale, una sorta di status symbol che rivelava la posizione nella scala sociale di chi l’indossava, più l’abito era riccamente confezionato e adornato, più la donna era abbiente.
Fu solo verso gli anni antecedenti al secondo conflitto che esso fu accantonato, questo graduale abbandono del costume avito è da attribuirsi in gran parte alle mutate condizioni di vita ed al conseguente livellamento delle classi sociali nonché all’intensificazione degli scambi commerciali e culturali con realtà diverse, che ha provocato una riluttanza verso ciò che sa di antico e di paesano.

I costumi soprattutto il costume di gala (nuziale) acquista un valore simbolico speciale perché fa parte del donativo rituale che la madre donava alla figlia e ciò è ampiamente documentato nei paesi arbëreshë nel 700-800, come dimostrano le carte dotali.
Nel passato esso accompagnava la donna in tutti i momenti della sua vita e soprattutto nelle occasioni più importanti, come matrimoni, battesimi, feste religiose, lutti, ma era anche il compagno dell’ultimo viaggio, la prassi che si seguiva di seppellire l’abito nuziale con la sua proprietaria, utilizzandolo come abito funebre.
Oggigiorno il costume sopravvive come reperto un "unicum" che viene gelosamente custodito dalle famiglie, e sono pochi i momenti in cui è possibile ammirarlo in pubblico.
La provincia di Cosenza è quella in cui il costume tradizionale ha conservato più a lungo la sua funzione e vitalità e numerosi sono in quest’area gli esemplari antichi dell’abito di gala e dei suoi elementi particolari di cui abbiamo testimonianza. Nella versione di gala o nuziale che le ragazze indossavano per la prima volta in occasione del loro matrimonio e poi nelle grandi feste del ciclo dell’anno o in occasione di altre feste nuziali, si presenta particolarmente sontuoso e ricco di ornamenti con rifiniture e decori in oro zecchino.

Realizzato in tessuto di seta pura, rappresenta il vestito più sfarzoso ed elaborato, nonché anche il più raro, per il colore della gonna (Kamizolla) è costituito da: una lunga camicia bianca in lino o cotone linja con ampie maniche raccolte in uno stretto polsino guarnito di pizzo ed una profonda scollatura a V ornata da larghi ricci in tulle finemente ricamati murrleta.
La scollatura viene guarnita da una sorta di nastro di raso bianco o celeste arricchito di ricami in oro skola.
Sulla linja dopo averla stretta in vita raccogliendola in pieghe secondo uno schema tradizionale si indossa una lunga sottana bianca, sulla sottana si indossa una gonna pieghettata kamizolla il cui colore può spaziare in tutte le tonalità del rosso, del carminio, del fucsia, su di essa si indossa una gonna un po’ più ampia coha di colore azzurro.
Sopra la "linja" e sotto la gonna nel caso venga indossata una sola gonna si può indossare una particolare sottoveste a pieghe detta sutanjeli me rrethin caratterizzata da un cordone semirigido alla vita ottenuto arricciando fittamente le strisce di tessuto di cotone sovrapposto.

Sia la "kamizolla" che la "coha" sono confezionate in raso di seta ed arricchite a seconda delle possibilità da ricami in oro riproducenti stelle e fiori stilizzati disposti in file parallele, le pieghe partono da un’arricciatura in vita che forma un rigido cordone della larghezza di qualche centimetro "grispat", trattenuto da uno stretto cinturino ricoperto di gallone d’oro che sul dorso si allarga per continuare nelle bretelle.
Il fondo è ornato da alti galloni d’oro. La coha viene portata sollevata sul davanti per lasciare intravedere parte della sottostante kamizolla. Il corto giubbetto aperto sul davanti "xhipuni" è in tessuto di seta laminato in oro llambadhor ornato sul dorso da alti galloni così come allo scollo e ai polsi mentre sulle maniche preziosi ricami.
I colori possono variare dal celeste al blu al viola. Il velo nuziale (sqepi) è rettangolare in tulle bianco ricamato in oro.